Il ricavato della serata andrà in sostegno alle attività della Universidad de la Tierra de Oaxaca, Mexico.
Organizzano: Rete Ivan Illich, Associazione InterCulture, MeryXm.
Gustavo Esteva, 76 anni, è attivista sociale e “intellettuale deprofessionalizzato” messicano, cofondatore dell'Università della Terra di Oaxaca, diffusore del pensiero di Ivan Illich, consulente dell'EZLN nella stesura degli Accordi di San Andrés, partecipante nel 2006 nell'assemblea popolare dei popoli di Oaxaca – APPO. È autore di vari libri e innumerevoli articoli, attento osservatore delle articolazioni assunte dal capitalismo contemporaneo in America Latina e nel mondo, interprete della molteplicità di risposte che dal basso, dai movimenti sociali, dal mondo indigeno-campesino
e dai marginali urbani, oppongono resistenza e costruiscono alternative sociali alle relazioni di potere imposte dal mercato e dallo Stato.
L'Universidad de la Tierra di Oaxaca da 12 anni è uno spazio di apprendimento libero e di produzione autonoma di saperi, radicata nei movimenti sociali, nel fermento delle comunità indigene e nei barrios della città di Oaxaca. E' gratuita, non richiede alcun titolo di studio per potervici accedere, non ha insegnanti. Al suo interno si impara collettivamente il cammino per la costruzione di alternative politiche e sociali, sia attraverso attività pratiche – dalla comunicazione autonoma delle Radio Comunitarie allo sviluppo di tecnologie appropriate (bici-macchine, forni solari, bagni secchi) - sia attraverso la riflessione su politica, istituzioni e movimenti sociali, in circoli e seminari.
Esteva sarà a Venezia il 4 aprile, a Torino il 5, in Val di Susa il 6 e 7 matt., di nuovo a Torino il 7 sera, a Milano l’8, a Padova il 9, a Bologna il 10, a Lucca 11, a Firenze il 12, a Roma il 13 e il 14. (programma completo: http://goo.gl/ep8dM). Per approfondimenti: Intervista in italiano a Esteva su l'Unitierra e sull'Insurrezione in corso: http://goo.gl/a2I1D
Presentazione del libro
Antistasis.L'insurrezione in corso
(Asterios, 2012)
Interverrà l’autore, Gustavo Esteva.
Crisi sociale e alternative dal basso: difesa del territorio, beni comuni, convivialità.
La degenerazione autoritaria del capitalismo, di cui gli Stati-nazione stanno diventando meri esecutori, rimane inalterata dai sempre più vuoti esiti della democrazia elettorale. Dall'America Latina all'Europa, dal movimento No-Tav alle comunità autonome Zapatiste in Messico, la difesa e riscoperta dei commons, gli ambiti di comunità, come spazi di resistenza e insurrezione, anticipa le alternative e le forme possibili della società in divenire.
Il ricavato della serata andrà in sostegno alle attività della Universidad de la Tierra de Oaxaca, Mexico.
Organizzano: Rete Ivan Illich, Associazione InterCulture, MeryXm.
Gustavo Esteva, 76 anni, è attivista sociale e “intellettuale deprofessionalizzato” messicano, cofondatore dell'Università della Terra di Oaxaca, diffusore del pensiero di Ivan Illich, consulente dell'EZLN nella stesura degli Accordi di San Andrés, partecipante nel 2006 nell'assemblea popolare dei popoli di Oaxaca – APPO. È autore di vari libri e innumerevoli articoli, attento osservatore delle articolazioni assunte dal capitalismo contemporaneo in America Latina e nel mondo, interprete della molteplicità di risposte che dal basso, dai movimenti sociali, dal mondo indigeno-campesino
e dai marginali urbani, oppongono resistenza e costruiscono alternative sociali alle relazioni di potere imposte dal mercato e dallo Stato.
L'Universidad de la Tierra di Oaxaca da 12 anni è uno spazio di apprendimento libero e di produzione autonoma di saperi, radicata nei movimenti sociali, nel fermento delle comunità indigene e nei barrios della città di Oaxaca. E' gratuita, non richiede alcun titolo di studio per potervici accedere, non ha insegnanti. Al suo interno si impara collettivamente il cammino per la costruzione di alternative politiche e sociali, sia attraverso attività pratiche – dalla comunicazione autonoma delle Radio Comunitarie allo sviluppo di tecnologie appropriate (bici-macchine, forni solari, bagni secchi) - sia attraverso la riflessione su politica, istituzioni e movimenti sociali, in circoli e seminari.
Esteva sarà a Venezia il 4 aprile, a Torino il 5, in Val di Susa il 6 e 7 matt., di nuovo a Torino il 7 sera, a Milano l’8, a Padova il 9, a Bologna il 10, a Lucca 11, a Firenze il 12, a Roma il 13 e il 14. (programma completo: http://goo.gl/ep8dM). Per approfondimenti: Intervista in italiano a Esteva su l'Unitierra e sull'Insurrezione in corso: http://goo.gl/a2I1D
Il ricavato della serata andrà in sostegno alle attività della Universidad de la Tierra de Oaxaca, Mexico.
Organizzano: Rete Ivan Illich, Associazione InterCulture, MeryXm.
Gustavo Esteva, 76 anni, è attivista sociale e “intellettuale deprofessionalizzato” messicano, cofondatore dell'Università della Terra di Oaxaca, diffusore del pensiero di Ivan Illich, consulente dell'EZLN nella stesura degli Accordi di San Andrés, partecipante nel 2006 nell'assemblea popolare dei popoli di Oaxaca – APPO. È autore di vari libri e innumerevoli articoli, attento osservatore delle articolazioni assunte dal capitalismo contemporaneo in America Latina e nel mondo, interprete della molteplicità di risposte che dal basso, dai movimenti sociali, dal mondo indigeno-campesino
e dai marginali urbani, oppongono resistenza e costruiscono alternative sociali alle relazioni di potere imposte dal mercato e dallo Stato.
L'Universidad de la Tierra di Oaxaca da 12 anni è uno spazio di apprendimento libero e di produzione autonoma di saperi, radicata nei movimenti sociali, nel fermento delle comunità indigene e nei barrios della città di Oaxaca. E' gratuita, non richiede alcun titolo di studio per potervici accedere, non ha insegnanti. Al suo interno si impara collettivamente il cammino per la costruzione di alternative politiche e sociali, sia attraverso attività pratiche – dalla comunicazione autonoma delle Radio Comunitarie allo sviluppo di tecnologie appropriate (bici-macchine, forni solari, bagni secchi) - sia attraverso la riflessione su politica, istituzioni e movimenti sociali, in circoli e seminari.
Esteva sarà a Venezia il 4 aprile, a Torino il 5, in Val di Susa il 6 e 7 matt., di nuovo a Torino il 7 sera, a Milano l’8, a Padova il 9, a Bologna il 10, a Lucca 11, a Firenze il 12, a Roma il 13 e il 14. (programma completo: http://goo.gl/ep8dM). Per approfondimenti: Intervista in italiano a Esteva su l'Unitierra e sull'Insurrezione in corso: http://goo.gl/a2I1D
Il ricavato della serata andrà in sostegno alle attività della Universidad de la Tierra de Oaxaca, Mexico.
Organizzano: Rete Ivan Illich, Associazione InterCulture, MeryXm.
Gustavo Esteva, 76 anni, è attivista sociale e “intellettuale deprofessionalizzato” messicano, cofondatore dell'Università della Terra di Oaxaca, diffusore del pensiero di Ivan Illich, consulente dell'EZLN nella stesura degli Accordi di San Andrés, partecipante nel 2006 nell'assemblea popolare dei popoli di Oaxaca – APPO. È autore di vari libri e innumerevoli articoli, attento osservatore delle articolazioni assunte dal capitalismo contemporaneo in America Latina e nel mondo, interprete della molteplicità di risposte che dal basso, dai movimenti sociali, dal mondo indigeno-campesino
e dai marginali urbani, oppongono resistenza e costruiscono alternative sociali alle relazioni di potere imposte dal mercato e dallo Stato.
L'Universidad de la Tierra di Oaxaca da 12 anni è uno spazio di apprendimento libero e di produzione autonoma di saperi, radicata nei movimenti sociali, nel fermento delle comunità indigene e nei barrios della città di Oaxaca. E' gratuita, non richiede alcun titolo di studio per potervici accedere, non ha insegnanti. Al suo interno si impara collettivamente il cammino per la costruzione di alternative politiche e sociali, sia attraverso attività pratiche – dalla comunicazione autonoma delle Radio Comunitarie allo sviluppo di tecnologie appropriate (bici-macchine, forni solari, bagni secchi) - sia attraverso la riflessione su politica, istituzioni e movimenti sociali, in circoli e seminari.
Esteva sarà a Venezia il 4 aprile, a Torino il 5, in Val di Susa il 6 e 7 matt., di nuovo a Torino il 7 sera, a Milano l’8, a Padova il 9, a Bologna il 10, a Lucca 11, a Firenze il 12, a Roma il 13 e il 14. (programma completo: http://goo.gl/ep8dM). Per approfondimenti: Intervista in italiano a Esteva su l'Unitierra e sull'Insurrezione in corso: http://goo.gl/a2I1D
Il ricavato della serata andrà in sostegno alle attività della Universidad de la Tierra de Oaxaca, Mexico.
Organizzano: Rete Ivan Illich, Associazione InterCulture, MeryXm.
Gustavo Esteva, 76 anni, è attivista sociale e “intellettuale deprofessionalizzato” messicano, cofondatore dell'Università della Terra di Oaxaca, diffusore del pensiero di Ivan Illich, consulente dell'EZLN nella stesura degli Accordi di San Andrés, partecipante nel 2006 nell'assemblea popolare dei popoli di Oaxaca – APPO. È autore di vari libri e innumerevoli articoli, attento osservatore delle articolazioni assunte dal capitalismo contemporaneo in America Latina e nel mondo, interprete della molteplicità di risposte che dal basso, dai movimenti sociali, dal mondo indigeno-campesino
e dai marginali urbani, oppongono resistenza e costruiscono alternative sociali alle relazioni di potere imposte dal mercato e dallo Stato.
L'Universidad de la Tierra di Oaxaca da 12 anni è uno spazio di apprendimento libero e di produzione autonoma di saperi, radicata nei movimenti sociali, nel fermento delle comunità indigene e nei barrios della città di Oaxaca. E' gratuita, non richiede alcun titolo di studio per potervici accedere, non ha insegnanti. Al suo interno si impara collettivamente il cammino per la costruzione di alternative politiche e sociali, sia attraverso attività pratiche – dalla comunicazione autonoma delle Radio Comunitarie allo sviluppo di tecnologie appropriate (bici-macchine, forni solari, bagni secchi) - sia attraverso la riflessione su politica, istituzioni e movimenti sociali, in circoli e seminari.
Esteva sarà a Venezia il 4 aprile, a Torino il 5, in Val di Susa il 6 e 7 matt., di nuovo a Torino il 7 sera, a Milano l’8, a Padova il 9, a Bologna il 10, a Lucca 11, a Firenze il 12, a Roma il 13 e il 14. (programma completo: http://goo.gl/ep8dM). Per approfondimenti: Intervista in italiano a Esteva su l'Unitierra e sull'Insurrezione in corso: http://goo.gl/a2I1D
Musica al ritmo jarocho, barroco mexicano, salsa e diversi tipi di balli messicani.
Musica jarocha pa bailar! Una serata muy movida y zapateada con strumenti folklorici dalla regione del Veracruz!
Il SON JAROCHO è una tradizione messicana molto antica che va oltre “la scoperta del continente americano”... I viaggi di andata e ritorno dal vecchio al nuovo continente hanno nutrito di colori diversi questa musica e questi passi (ritmi africani e europei come il flamenco si mischiano con i ritmi provenienti dalle tradizioni messicane più antiche). Il fandango, la festa jarocha, si balla ritmicamente col zapateado. Donne e maschi ballano i diversi ritmi proposti dai musicisti e le feste ancora oggi durano oltre 48 ore di seguito. Venite a provare il ritmo jarocho, tutti possono ballare, anche coloro che pensano di non saperlo fare!!! Entrata libera, chi entra balla!
Concerto PAUL LOVENS' SPIN
Spin suona una musica nuova che da sempre esiste, ci si dimentica subito che si tratta d'improvvisazione, si direbbe che i musicisti di Spin attingano da un repertorio arcaico che tutti inconsciamente conoscono ma che viene rivelato solo nel momento stesso della percezione. L'ascoltatore crea dentro di sè la musica di Spin, i musicisti propongono solo l'esperienza sonora.
Guy Bettini tromba
Louis Schild basso
Paul Lovens batteria
Concerto CRISTINA RENZETTI TRIO
Presenteranno in anteprima “Origem è girO”, un disco registrato interamente a Rio de Janeiro nel quale Cristina interpreta composizioni di diversi autori della “nova guarda” carioca.
Cristina Renzetti – voce
Giancarlo Bianchetti – chitarra
Marco Frattini – batteria
Concerto CRISTINA RENZETTI TRIO
Presenteranno in anteprima “Origem è girO”, un disco registrato interamente a Rio de Janeiro nel quale Cristina interpreta composizioni di diversi autori della “nova guarda” carioca.
Cristina Renzetti – voce
Giancarlo Bianchetti – chitarra
Marco Frattini – batteria
Concerto CRISTINA RENZETTI TRIO
Presenteranno in anteprima “Origem è girO”, un disco registrato interamente a Rio de Janeiro nel quale Cristina interpreta composizioni di diversi autori della “nova guarda” carioca.
Cristina Renzetti – voce
Giancarlo Bianchetti – chitarra
Marco Frattini – batteria
Concerto CRISTINA RENZETTI TRIO
Presenteranno in anteprima “Origem è girO”, un disco registrato interamente a Rio de Janeiro nel quale Cristina interpreta composizioni di diversi autori della “nova guarda” carioca.
Cristina Renzetti – voce
Giancarlo Bianchetti – chitarra
Marco Frattini – batteria
Concerto CRISTINA RENZETTI TRIO
Presenteranno in anteprima “Origem è girO”, un disco registrato interamente a Rio de Janeiro nel quale Cristina interpreta composizioni di diversi autori della “nova guarda” carioca.
Cristina Renzetti – voce
Giancarlo Bianchetti – chitarra
Marco Frattini – batteria
Concerto CRISTINA RENZETTI TRIO
Presenteranno in anteprima “Origem è girO”, un disco registrato interamente a Rio de Janeiro nel quale Cristina interpreta composizioni di diversi autori della “nova guarda” carioca.
Cristina Renzetti – voce
Giancarlo Bianchetti – chitarra
Marco Frattini – batteria
Concerto CRISTINA RENZETTI TRIO
Presenteranno in anteprima “Origem è girO”, un disco registrato interamente a Rio de Janeiro nel quale Cristina interpreta composizioni di diversi autori della “nova guarda” carioca.
Cristina Renzetti – voce
Giancarlo Bianchetti – chitarra
Marco Frattini – batteria
Concerto CRISTINA RENZETTI TRIO
Presenteranno in anteprima “Origem è girO”, un disco registrato interamente a Rio de Janeiro nel quale Cristina interpreta composizioni di diversi autori della “nova guarda” carioca.
Cristina Renzetti – voce
Giancarlo Bianchetti – chitarra
Marco Frattini – batteria
Fabrizio Puglisi è un pianista e compositore fra i più attivi e interessanti della scena jazzistica e improvvisativa mondiale.
Ha suonato e continua a suonare con musicisti italiani e internazionali del calibro di John Zorn, Han Bennink, Steve Lazy, Lester Bowie, Tobias Delius, Enrico Rava, Paolo Fresu.
In quest’occasione sarà accompagnato da tre fra i musicisti più attivi della scena impro bolognese: Antonio D’Intino (bass, circuit bending, effects), Filippo Giuffré (chitarra eclettica), Andrea Grillini (batteria).
Fabrizio Puglisi è un pianista e compositore fra i più attivi e interessanti della scena jazzistica e improvvisativa mondiale.
Ha suonato e continua a suonare con musicisti italiani e internazionali del calibro di John Zorn, Han Bennink, Steve Lazy, Lester Bowie, Tobias Delius, Enrico Rava, Paolo Fresu.
In quest’occasione sarà accompagnato da tre fra i musicisti più attivi della scena impro bolognese: Antonio D’Intino (bass, circuit bending, effects), Filippo Giuffré (chitarra eclettica), Andrea Grillini (batteria).
Fabrizio Puglisi è un pianista e compositore fra i più attivi e interessanti della scena jazzistica e improvvisativa mondiale.
Ha suonato e continua a suonare con musicisti italiani e internazionali del calibro di John Zorn, Han Bennink, Steve Lazy, Lester Bowie, Tobias Delius, Enrico Rava, Paolo Fresu.
In quest’occasione sarà accompagnato da tre fra i musicisti più attivi della scena impro bolognese: Antonio D’Intino (bass, circuit bending, effects), Filippo Giuffré (chitarra eclettica), Andrea Grillini (batteria).
Fabrizio Puglisi è un pianista e compositore fra i più attivi e interessanti della scena jazzistica e improvvisativa mondiale.
Ha suonato e continua a suonare con musicisti italiani e internazionali del calibro di John Zorn, Han Bennink, Steve Lazy, Lester Bowie, Tobias Delius, Enrico Rava, Paolo Fresu.
In quest’occasione sarà accompagnato da tre fra i musicisti più attivi della scena impro bolognese: Antonio D’Intino (bass, circuit bending, effects), Filippo Giuffré (chitarra eclettica), Andrea Grillini (batteria).
Fabrizio Puglisi è un pianista e compositore fra i più attivi e interessanti della scena jazzistica e improvvisativa mondiale.
Ha suonato e continua a suonare con musicisti italiani e internazionali del calibro di John Zorn, Han Bennink, Steve Lazy, Lester Bowie, Tobias Delius, Enrico Rava, Paolo Fresu.
In quest’occasione sarà accompagnato da tre fra i musicisti più attivi della scena impro bolognese: Antonio D’Intino (bass, circuit bending, effects), Filippo Giuffré (chitarra eclettica), Andrea Grillini (batteria).
È un ottetto costituito da due quartetti speculari che interagiscono tramite processi prevalentemente improvvisativi. L’ensemble comprende alcuni dei musicisti più significativi della scena avant-jazz e sperimentale emersa in Italia a partire dagli anni ‘90, in una commistione eterogenea fra generazioni, sonorità e approcci. Dal free jazz alla sperimentazione radicale caratteristica dello scenario europeo, la performance dell’ottetto si sviluppa con la costruzione in itinere di strutture informali e l’inserzione di elementi compositivi estemporanei o predeterminati, affidate a una capacità di intesa e di linguaggio maturate nelle numerose collaborazioni fra i musicisti coinvolti in questo singolare progetto.
Gabriele Di Giulio: sax tenore
Edoardo Marraffa: sax tenore e sopranino
Massimiliano Amatruda: pianoforte/sintetizzatore/piano elettrico
Nicola Guazzaloca: pianoforte/sintetizzatore/piano elettrico
Luca Bernard: contrabbasso/basso elettrico
Salvatore Lauriola: contrabbasso/basso elettrico
Marco Frattini: batteria
Gaetano Alfonsi: batteria
È un ottetto costituito da due quartetti speculari che interagiscono tramite processi prevalentemente improvvisativi. L’ensemble comprende alcuni dei musicisti più significativi della scena avant-jazz e sperimentale emersa in Italia a partire dagli anni ‘90, in una commistione eterogenea fra generazioni, sonorità e approcci. Dal free jazz alla sperimentazione radicale caratteristica dello scenario europeo, la performance dell’ottetto si sviluppa con la costruzione in itinere di strutture informali e l’inserzione di elementi compositivi estemporanei o predeterminati, affidate a una capacità di intesa e di linguaggio maturate nelle numerose collaborazioni fra i musicisti coinvolti in questo singolare progetto.
Gabriele Di Giulio: sax tenore
Edoardo Marraffa: sax tenore e sopranino
Massimiliano Amatruda: pianoforte/sintetizzatore/piano elettrico
Nicola Guazzaloca: pianoforte/sintetizzatore/piano elettrico
Luca Bernard: contrabbasso/basso elettrico
Salvatore Lauriola: contrabbasso/basso elettrico
Marco Frattini: batteria
Gaetano Alfonsi: batteria
È un ottetto costituito da due quartetti speculari che interagiscono tramite processi prevalentemente improvvisativi. L’ensemble comprende alcuni dei musicisti più significativi della scena avant-jazz e sperimentale emersa in Italia a partire dagli anni ‘90, in una commistione eterogenea fra generazioni, sonorità e approcci. Dal free jazz alla sperimentazione radicale caratteristica dello scenario europeo, la performance dell’ottetto si sviluppa con la costruzione in itinere di strutture informali e l’inserzione di elementi compositivi estemporanei o predeterminati, affidate a una capacità di intesa e di linguaggio maturate nelle numerose collaborazioni fra i musicisti coinvolti in questo singolare progetto.
Gabriele Di Giulio: sax tenore
Edoardo Marraffa: sax tenore e sopranino
Massimiliano Amatruda: pianoforte/sintetizzatore/piano elettrico
Nicola Guazzaloca: pianoforte/sintetizzatore/piano elettrico
Luca Bernard: contrabbasso/basso elettrico
Salvatore Lauriola: contrabbasso/basso elettrico
Marco Frattini: batteria
Gaetano Alfonsi: batteria
È un ottetto costituito da due quartetti speculari che interagiscono tramite processi prevalentemente improvvisativi. L’ensemble comprende alcuni dei musicisti più significativi della scena avant-jazz e sperimentale emersa in Italia a partire dagli anni ‘90, in una commistione eterogenea fra generazioni, sonorità e approcci. Dal free jazz alla sperimentazione radicale caratteristica dello scenario europeo, la performance dell’ottetto si sviluppa con la costruzione in itinere di strutture informali e l’inserzione di elementi compositivi estemporanei o predeterminati, affidate a una capacità di intesa e di linguaggio maturate nelle numerose collaborazioni fra i musicisti coinvolti in questo singolare progetto.
Gabriele Di Giulio: sax tenore
Edoardo Marraffa: sax tenore e sopranino
Massimiliano Amatruda: pianoforte/sintetizzatore/piano elettrico
Nicola Guazzaloca: pianoforte/sintetizzatore/piano elettrico
Luca Bernard: contrabbasso/basso elettrico
Salvatore Lauriola: contrabbasso/basso elettrico
Marco Frattini: batteria
Gaetano Alfonsi: batteria
È un ottetto costituito da due quartetti speculari che interagiscono tramite processi prevalentemente improvvisativi. L’ensemble comprende alcuni dei musicisti più significativi della scena avant-jazz e sperimentale emersa in Italia a partire dagli anni ‘90, in una commistione eterogenea fra generazioni, sonorità e approcci. Dal free jazz alla sperimentazione radicale caratteristica dello scenario europeo, la performance dell’ottetto si sviluppa con la costruzione in itinere di strutture informali e l’inserzione di elementi compositivi estemporanei o predeterminati, affidate a una capacità di intesa e di linguaggio maturate nelle numerose collaborazioni fra i musicisti coinvolti in questo singolare progetto.
Gabriele Di Giulio: sax tenore
Edoardo Marraffa: sax tenore e sopranino
Massimiliano Amatruda: pianoforte/sintetizzatore/piano elettrico
Nicola Guazzaloca: pianoforte/sintetizzatore/piano elettrico
Luca Bernard: contrabbasso/basso elettrico
Salvatore Lauriola: contrabbasso/basso elettrico
Marco Frattini: batteria
Gaetano Alfonsi: batteria
È un ottetto costituito da due quartetti speculari che interagiscono tramite processi prevalentemente improvvisativi. L’ensemble comprende alcuni dei musicisti più significativi della scena avant-jazz e sperimentale emersa in Italia a partire dagli anni ‘90, in una commistione eterogenea fra generazioni, sonorità e approcci. Dal free jazz alla sperimentazione radicale caratteristica dello scenario europeo, la performance dell’ottetto si sviluppa con la costruzione in itinere di strutture informali e l’inserzione di elementi compositivi estemporanei o predeterminati, affidate a una capacità di intesa e di linguaggio maturate nelle numerose collaborazioni fra i musicisti coinvolti in questo singolare progetto.
Gabriele Di Giulio: sax tenore
Edoardo Marraffa: sax tenore e sopranino
Massimiliano Amatruda: pianoforte/sintetizzatore/piano elettrico
Nicola Guazzaloca: pianoforte/sintetizzatore/piano elettrico
Luca Bernard: contrabbasso/basso elettrico
Salvatore Lauriola: contrabbasso/basso elettrico
Marco Frattini: batteria
Gaetano Alfonsi: batteria
È un ottetto costituito da due quartetti speculari che interagiscono tramite processi prevalentemente improvvisativi. L’ensemble comprende alcuni dei musicisti più significativi della scena avant-jazz e sperimentale emersa in Italia a partire dagli anni ‘90, in una commistione eterogenea fra generazioni, sonorità e approcci. Dal free jazz alla sperimentazione radicale caratteristica dello scenario europeo, la performance dell’ottetto si sviluppa con la costruzione in itinere di strutture informali e l’inserzione di elementi compositivi estemporanei o predeterminati, affidate a una capacità di intesa e di linguaggio maturate nelle numerose collaborazioni fra i musicisti coinvolti in questo singolare progetto.
Gabriele Di Giulio: sax tenore
Edoardo Marraffa: sax tenore e sopranino
Massimiliano Amatruda: pianoforte/sintetizzatore/piano elettrico
Nicola Guazzaloca: pianoforte/sintetizzatore/piano elettrico
Luca Bernard: contrabbasso/basso elettrico
Salvatore Lauriola: contrabbasso/basso elettrico
Marco Frattini: batteria
Gaetano Alfonsi: batteria
Trio di improvvisazione jazz
Trio di improvvisazione jazz
Trio di improvvisazione jazz
Trio di improvvisazione jazz
Trio di improvvisazione jazz
Trio di improvvisazione jazz
Trio di improvvisazione jazz
Trio di improvvisazione jazz
Trio di improvvisazione jazz
Trio di improvvisazione jazz
Trio di improvvisazione jazz
Iosperiamochemelacavo live ad XM24, all'interno della rassegna del mercoledì: MeryXM
Iosperiamochemelacavo live ad XM24, all'interno della rassegna del mercoledì: MeryXM
Bavarian Grrrl nasce con l'idea di sviluppare un linguaggio musicale attraverso esperienze comuni di ricerca - consonanze timbriche, esplorazione della dinamica e definizione dello spazio sonoro costituiscono le aree in cui essa si concretizza - l'improvvisazione ne è la sua manifestazione performativa.
Bavarian Grrrl nasce con l'idea di sviluppare un linguaggio musicale attraverso esperienze comuni di ricerca - consonanze timbriche, esplorazione della dinamica e definizione dello spazio sonoro costituiscono le aree in cui essa si concretizza - l'improvvisazione ne è la sua manifestazione performativa.
Bavarian Grrrl nasce con l'idea di sviluppare un linguaggio musicale attraverso esperienze comuni di ricerca - consonanze timbriche, esplorazione della dinamica e definizione dello spazio sonoro costituiscono le aree in cui essa si concretizza - l'improvvisazione ne è la sua manifestazione performativa.
Bavarian Grrrl nasce con l'idea di sviluppare un linguaggio musicale attraverso esperienze comuni di ricerca - consonanze timbriche, esplorazione della dinamica e definizione dello spazio sonoro costituiscono le aree in cui essa si concretizza - l'improvvisazione ne è la sua manifestazione performativa.
Bavarian Grrrl nasce con l'idea di sviluppare un linguaggio musicale attraverso esperienze comuni di ricerca - consonanze timbriche, esplorazione della dinamica e definizione dello spazio sonoro costituiscono le aree in cui essa si concretizza - l'improvvisazione ne è la sua manifestazione performativa.
Bavarian Grrrl nasce con l'idea di sviluppare un linguaggio musicale attraverso esperienze comuni di ricerca - consonanze timbriche, esplorazione della dinamica e definizione dello spazio sonoro costituiscono le aree in cui essa si concretizza - l'improvvisazione ne è la sua manifestazione performativa.
Presentazione del libro
Decolonizzare la follia. Scritti sulla psichiatria coloniale
di Frantz Fanon,
a cura di Roberto Beneduce
con Sandro Mezzadra, Roberto Beneduce
Il libro
Nell’opera di Frantz Fanon, racchiusa in un periodo di pochi anni (1951- 1961), prendono voce temi decisivi che non smettono d’interrogare il dibattito sulla condizione postcoloniale: le contraddizioni delle borghesie nazionali negli anni dell’indipendenza, lo spettro del razzismo e la sua oscura riproduzione nello Stato moderno, la costruzione della soggettività africana. Con l’ostinazione di chi aveva scritto “Ci sono troppi imbecilli su questa terra, e poiché lo dico, si tratta di provarlo”, nei lavori qui raccolti, per buona parte mai tradotti in italiano, Fanon ripercorre con altrettanta sistematicità le teorie psichiatriche e psicanalitiche dell’epoca. La sua è un’archeologia sovversiva che, di quelle teorie, rivela limiti e paradossi: un’etnologia critica dell’Occidente. Con toni a tratti profetici, i suoi scritti disegnano una fenomenologia politica del corpo coloniale nella quale affiorano molti dei problemi con i quali si misurano oggi l’etnopsichiatria e l’antropologia medica critica: la violenza quotidiana e invisibile che secerne la sofferenza dei dominati, il difficile incontro fra il clinico occidentale e il corpo inquieto dell’immigrato, l’economia morale delle sue menzogne. La psichiatria, chiamata da Fanon a riconoscere che è “impossibile guarire” in un con- testo di oppressione e di arbitrio, è invitata in queste pagine a interrogare conflitti e omissioni, e a confrontarsi con l’enigma politico della differenza, della malattia e della cura.
L’autore
Frantz Fanon (1925-1961), psichiatra e scrittore martinicano noto per il suo impegno anticoloniale. Tra i suoi lavori universalemente noti: Pelle nera, maschere bianche (Tropea, 1996), I dannati della terra (Einaudi, 2000).
Il curatore
Roberto Beneduce, antropologo e psichiatra, insegna presso l’Università di Torino. Ha fondato e dirige il Centro Frantz Fanon. Fra i suoi recenti lavori, Archeologie del trauma (Laterza, 2010), Corpi e saperi indocili (Bollati Boringhieri, 2010).
http://www.ombrecorte.it/more.asp?id=277&tipo=novita
Ore 22.30
Concerto COMPLESSINO VAZCA (ex muzak)
Quale migliore occasione per presentare il nuovo progetto della crema della Vazca. Un power duo prog ‘n’ roll crudo e delirante che tratta di rabbia, frustrazione, periferia, esplosione. La Vazca è una realtà indipendente che da anni si occupa di musica e concerti non solo in Puglia, ha organizzato numerosissimi eventi e ospitato pullman di band. Storie di musicisti che aiutano altri musicisti. Alberto Piccinni (aka Ibn Kalb) ha suonato in Italia, Portogallo, Francia, Germania, Argentina, Egitto… Principali progetti e collaborazioni: muzAk, Hysm?, Duassemicolcheiasinvertidas, Luca Coclite, Astragali Teatro, Gronge, Javier Alear Velez (Coso), Fabio Magistrali, Lepers Produtcions, Archiviazioni, Carlo Michele Schirinzi, Francesco Giannico, Giorgio Albanese, Gianluca De Rubertis… . Chi non conosce GG (mitico batterista dei Sambuca Gorilla) non è mai tornato a casa più tardi della mezzanotte.
Alberto Piccinni – guitar, voice
Gigi Calabro – drum
http://anothershame.blogspot.com/
https://sites.google.com/site/albertopiccinni/
Un volume collettaneo che muove dalle rivoluzioni in corso nel Nord Africa per guardare più in generale ai movimenti e alle forme di insubordinazione che stanno segnando la crisi dell’ordine mondiale neoliberista. In un’ottica postcoloniale, il volume pone in evidenza, da un lato come le ex colonie rappresentino nell’attualità un laboratorio di processi politici più avanzati rispetto alle ex metropoli e, dall’altro, la necessità di guardare agli effetti che i rivolgimenti nel Maghreb e nel Mashreq cominciano ad avere sul regime europeo di controllo delle migrazioni e dei «confini esterni» dell’Unione. Le rivolte nordafricane rappresentano una sfida al processo di integrazione europea e soprattutto al neoliberismo e alla finanziarizzazione globale.
Saranno presenti alcuni degli autori: Ambra Pirri, Anna Curcio, Sandro Mezzadra
Ore 22.30
Concerto PAUL LOVENS' SPIN
Spin suona una musica nuova che da sempre esiste, ci si dimentica subito che si tratta d'improvvisazione, si direbbe che i musicisti di Spin attingano da un repertorio arcaico che tutti inconsciamente conoscono ma che viene rivelato solo nel momento stesso della percezione. L'ascoltatore crea dentro di sè la musica di Spin, i musicisti propongono solo l'esperienza sonora.
Guy Bettini tromba
Louis Schild basso
Paul Lovens batteria